Trend agroalimentare

Per quanto riguarda l’evoluzione della produttività – spiega l’Ismea – non ci sono, alle attuali condizioni, elementi per ritenere che le rese possano crescere in maniera significativa nei prossimi sette anni per effetto di innovazioni tecnologiche. Viceversa i vincoli di compatibilità ambientali imposti dalla Pac determineranno presumibilmente una riduzione del grado d’intensificazione dell’agricoltura. Nel dettaglio, le previsioni Ismea indicano una produzione vitivinicola in lieve flessione nel periodo 2011-2017 rispetto al 2009, per l’effetto di diversi fattori: il regime di aiuti all’estirpazione volontaria, la possibilità di attivare la vendemmia verde, i disciplinari delle produzioni di qualità che impongono limiti produttivi per ettaro. Uno scenario di crescita per i prossimi sette anni emerge, invece, per le produzioni frutticole e olivicole, nonostante le difficoltà di reperimento della manodopera e le crescenti pressioni competitive sui mercati internazionali, più evidenti nel settore dell’olio d’oliva. Tenderebbe inoltre ad aumentare progressivamente la produzione di ortaggi e legumi, anche in virtù del forte incentivo derivante dall’ammissibilità dei terreni coltivati ad ortive e patate per l’abbinamento dei titoli. Il pomodoro da industria, al contrario, con il disaccoppiamento totale a partire dal 2011, risulterebbe meno attrattivo rispetto alle altre orticole, con conseguente contrazione dell’offerta. Nell’ambito della zootecnia, le elaborazioni Ismea indicano un recupero, sempre rispetto al 2009, della produzione di latte bovino, con previsioni di crescita ancora più accentuate dopo il 2015, con la fine del regime delle quote latte. Il bestiame bovino da carne manterrebbe invece i livelli produttivi del 2009, anche in conseguenza degli alti costi dei mangimi e delle diseconomie derivanti dall’applicazione della condizionalità e delle norme relative allo smaltimento dei reflui. Per quanto riguarda i seminativi, si evidenzia, sempre rispetto alla situazione del 2009, un calo della produzione di frumento tenero a vantaggio di mais e cereali minori, oltre che delle coltivazioni foraggere irrigue nel Nord Italia e di girasole e patate nel Centro-Sud. Si conferma invece, come tendenza di fondo, la sostanziale perdita di competitività delle maggiori coltivazioni industriali, con ricadute soprattutto sulla produzione di tabacco e soia. In contrazione anche l’offerta ittica, che sconta la politica comunitaria di riduzione dello sforzo di pesca e di ridimensionamento della flotta. Relativamente ai prezzi, lo scenario è di crescita progressiva, per effetto sia della riduzione dell’offerta, limitatamente a talune colture, sia di un’ulteriore espansione della domanda, soprattutto nel settore mangimistico. A incidere sull’andamento dei prezzi agricoli sarebbe anche la tendenza all’aumento dei costi dei fattori di produzione.